Un’esperienza di social finance che si ripete ormai da tre anni, a dimostrazione che, per citare Sir Ronald Cohen padre del social investment, riportare il “cuore” nei mercati a sostegno di chi è stato lasciato indietro dalla “mano invisibile” è possibile. Si tratta del Social Bond di UBI Banca UBI Comunità per Associazione Dynamo Camp onlus, recentemente collocato, un prestito obbligazionario solidale per 20 milioni di euro, che sancisce l’incontro tra il mondo profit della finanza e quello non-profit.
Lo 0,50% del valore nominale dei Social Bonds sottoscritti verrà difatti devoluto a favore del progetto Outreach della Dynamo Camp, un programma di terapia ricreativa che interesserà 12 città italiane, a favore di bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni, affetti da patologie gravi e croniche e costretti a lunghi periodi in ospedale o in casa famiglia.
Un ulteriore carattere di novità è l’adozione dello SROI (Social Return on Investment) per la misurazione dei benefici non solo economico-finanziari ma anche sociali dell’iniziativa: un tema caldo e attuale, ma di non facile applicabilità, vista la difficoltà di misurazione.

Per saperne di più abbiamo intervistato Guido Cisternino, responsabile Enti Associazioni e Terzo Settore di UBI Banca.

La vostra iniziativa è giunta al terzo anno. Quali sono i suoi fattori di successo?
Direi che i fattori di successo sono: la fiducia, l’utilità e la rendicontazione. La fiducia nelle banche del Gruppo UBI, nelle organizzazioni non profit (primarie organizzazioni con elevata reputazione e riconoscibilità) e nella possibilità, per i clienti, di “toccare con mano” i progetti sostenuti. Vi è poi l’utilità di sottoscrivere un prodotto di investimento, con rischiosità riconducibile a quella dei tradizionali prestiti obbligazionari, che garantisce un rendimento di mercato, con la certezza sia del rimborso del capitale sia dell’incasso della remunerazione – definita in modo chiaro e nota sin dall’emissione dell’obbligazione sociale – nonché dell’assenza di costi intermedi. Infine, la rendicontazione: i progetti hanno elevata valenza sociale e caratteristiche di misurabilità, concretezza e possibilità di preciso rendiconto. Dall’inizio del 2015 inoltre, gli enti beneficiari dei Social Bond UBI Comunità si impegnano ad una rendicontazione ancora più analitica, utilizzando l’indice SROI, con cui quantificano in termini monetari l’impatto sociale generato dal progetto finanziato dalla Banca.

Qual è la differenza tra i Social Bonds emessi da UBI Banca e i Social Impact Bonds?
I Social Bond sono un prestito obbligazionario rivolto a tutta la clientela: anche il piccolo risparmiatore può sottoscrivere l’emissione, investendo somme a partire da mille euro. Gli ambiti di intervento finanziati vanno dalla ricerca scientifica all’assistenza e solidarietà, dallo sviluppo economico e territoriale alla cultura ed alle infrastrutture e servizi di pubblica utilità. È la banca emittente che sceglie i singoli progetti, valutandone la meritorietà e l’impatto sociale.
Il social impact bond è molto diverso: a dispetto del termine “bond” non è necessariamente una obbligazione, ma uno “schema finanziario” a cui partecipano diversi attori (ente pubblico, organizzazione non profit, intermediario finanziario, ente valutatore e investitori privati), sancito da alcuni contratti bilaterali, per raccogliere capitali utili alla realizzazione di interventi sociali innovativi. In genere il promotore è un ente pubblico, che ha l’obiettivo di ottenere un risparmio a fronte di un determinato servizio di utilità sociale. Affinché sia possibile fare una previsione dei risparmi ottenibili devono essere disponibili dati sufficienti e affidabili su serie storiche e previsioni. Con i Social Impact Bond il capitale e la remunerazione non sono garantiti,  in quanto dipendono dal raggiungimento degli obiettivi sociali dichiarati nel progetto. Inoltre nell’esperienza internazionale, il Social Impact Bond viene proposto ad investitori istituzionali. Occorre da ultimo un  quadro giuridico e normativo favorevole.

Chi può acquistare i vostri Social Bonds?
Enti, imprese ed investitori istituzionali ma anche privati, dal momento che l’orizzonte temporale di 2-3 anni e il taglio minimo di mille euro ne fanno una forma di investimento adatta alle persone fisiche: oltre il 90% dei nostri sottoscrittori è rappresentato da clienti privati retail.

Come tenete conto dei ritorni sociali della vostra iniziativa nel calcolo dello SROI?
UBI Banca ha approfondito l’impianto generale dello SROI, lo strumento a livello internazionale più accreditato per la misurazione dell’impatto sociale. Mettiamo a disposizione dei soggetti destinatari alcuni supporti metodologici, operativi e di assistenza tecnica, che abbiamo predisposto ed eroghiamo in collaborazione con VITA S.p.A., punto di riferimento per i temi del terzo settore in Italia. Spetta ai soggetti non profit dare conto dei risultati ottenuti calcolando lo SROI in funzione degli input, output ed outcome del progetto.

Di accountability abbiamo discusso anche con Maria Elena Vivaldi, Responsabile Major Gift per Associazione Dynamo Camp Onlus.

Qual è il vantaggio, oltre a quello economico, dei Social Bonds rispetto alle donazioni tradizionali?
Il vantaggio è che il Social Bond di UBI Banca introduce per la prima volta in Italia in uno strumento di investimento il calcolo dello SROI. Dynamo può così dimostrare di essere accountable, perché questo percorso mette in risalto la trasparenza dei processi decisionali nei confronti di tutti gli stakeholder, non solo i donatori attuali o potenziali.

Qual è l’impatto sociale che vi aspettate dall’iniziativa?
Nell’immediato, la terapia ricreativa ha come scopo quello di far sentire i bambini malati semplicemente bambini e di produrre in loro una situazione di benessere globale, grazie alle attività offerte in un ambiente stimolante e divertente. Nel medio e lungo periodo sono più sereni e sicuri di sé. Il progetto genera un impatto positivo anche per gli ospedali e le associazioni con cui collaboriamo: si creano sinergie e partnership che continuano anche al termine del progetto. Le famiglie, infine, possono godere di supporto e condividere l’esperienza ricreativa con altre famiglie.
L’efficacia della Terapia Ricreativa è stata valutata da uno studio di SeriousFun, associazione internazionale di cui Dynamo fa parte, insieme all’università di Yale.

Come pensate di misurare l’impatto sociale dell’iniziativa?
La fase di misurazione è già iniziata. Ad oggi  è stata effettuata un’ipotesi ex ante tramite l’utilizzo della metodologia SROI., a cui seguirà un monitoraggio in itinere delle ipotesi effettuate e una valutazione finale. Sono stati messi a punto dei questionari che verranno distribuiti ai genitori subito dopo l’attività, che permetteranno di valutare la percezione del cambiamento nell’immediato e nel tempo; quello che viene misurato tramite lo SROI.

Gli investitori come possono avere evidenza dei risultati ottenuti dal vostro progetto?
Oltre alle normali attività di comunicazione, l’investitore/donatore riceve puntuali comunicazioni sullo stato di avanzamento del progetto e una rendicontazione quali-quantitativa finale. A questo si aggiunge la misurazione e la valorizzazione dei risultati tramite lo SROI.