L’apertura di una nuova gelateria a Torino di certo non fa più notizia. Ma questa è una storia che merita d’essere raccontata perché coniuga la bontà del prodotto – fare un gelato sano, di cui essere orgogliosi – con un modello di business innovativo e di forte impatto sociale.

Protagonista è la Cooperativa sociale Articolo 4, che intende finanziare l’apertura di tre attività (la gelateria in san Salvario, un locale a “impatto zero” in zona Vanchiglia, un panificio biologico in Barriera di Milano) attivando una misura di Azionariato Popolare Cooperativo attraverso la sottoscrizione di un contratto di associazione in partecipazione.
Si tratta di un modello di finanziamento collettivo di attività commerciali e culturali, non riservato a un numero limitato di soci ma capace di coinvolgere molti soggetti, soprattutto investitori non istituzionali. Gli azionisti ottengono sconti, agevolazioni e utili: in una parola divengono i principali promotori dell’attività e ne contribuiscono alla buona riuscita.

La prima tappa del progetto è l’imminente apertura della “Piccola gelateria naturale di San Salvario”, a fine maggio, in via Berthollet 13, nel quartiere simbolo delle trasformazioni urbane e sociali di Torino. Il progetto imprenditoriale è puntellato da un sistema di garanzie verso gli azionisti per rendere salda la sua  realizzazione: se per due anni consecutivi l’esercizio rilevasse perdite, l’attività verrebbe venduta riscuotendo l’affitto dei locali per 12 anni – situato in una posizione di interessante valore commerciale. Come ulteriore garanzia è stata acquistata una licenza di somministrazione alcolici che renderebbe diversificabile il business.

L’obiettivo dei promotori è raccogliere 50-60 quote da 1000 euro ciascuna, ponendo particolare attenzione ai residenti nel quartiere che dovranno venire rappresentati nell’azionariato per almeno il 75%. “Crediamo fortemente in questo modello – spiega Francesco Cannavà della Articolo 4. – perché in un momento di crisi pensiamo possa diventare una soluzione alternativa, in controtendenza, una risposta creativa per arricchire l’intera comunità”. Un modello che, una volta testato, potrebbe essere applicato anche ad attività culturali, ad esempio la nascita di un cinema-teatro di quartiere.

Due proposte sono arrivate anche da investitori esterni: “La tentazione è stata molto forte – continua il nostro intervistato – in questa fase di lancio dell’attività, ma abbiamo rinunciato perché avrebbe snaturato un modello la cui scelta è stata ponderata a lungo”. Una formula apparsa subito capace delle maggiori garanzie al servizio, impeccabile dal punto di vista del prodotto e attento all’impatto sociale che può avere sul quartiere; un sistema in cui non si ottengono interessi sui prestiti, il sostenitore entra a far parte dell’azienda, la comunità è il motore che fa girare l’attività.

Il tutto certificato dall’adozione di un modello di bilancio nuovo, il Bilancio di Bene Comune, che dovrà misurare impatto sociale, ambientale, etico dell’attività e con controlli trimestrali dell’andamento dell’investimento. Gli utili vengono distribuiti solo in quota parte, la restante viene reinvestita in ragione della volontà degli “azionisti” (che possono andare da nuove panchine per il quartiere, alla costruzione di un pozzo in Senegal, all’acquisto di un nuovo frigo per la gelateria)

Oggi verranno sottoscritte le prime dieci quote in gelateria. E questo è il calendario dei prossimi incontri informativi: 8 maggio, 11 maggio, 13 maggio e 16 maggio, sempre alle ore 18.