“Chi è il cronometrista?” Le parole di Mario Vittone, direttore dell’incubatore del Politecnico di Torino, I3P, risuonano nella Sala Agorà, rovente ma ripiena di neoimprenditori, investitori e business angel, lo staff di direzione degli altri incubatori universitari piemontesi – 2i3T per l’Università di Torino, Enne 3 per l’Università del Piemonte Orientale Polo di Novara, Pépinièr d’Entreprises Espace Aosta – molti operatori del settore.

È il 12 giugno 2013. Ci si vede tutti per Start Cup Piemonte Valle d’Aosta, sessione locale della competizione nazionale che mette a confronto le migliori start-up degli incubatori universitari. Siamo alla presentazione di metà percorso: le 15 migliori idee d’impresa di quest’anno sono già state selezionate fra 314 proposte arrivate quando è stato aperto il bando che si è chiuso il 30 aprile scorso. I 15 hanno passato la prima fase di selezione, sono state giudicate promettenti e inserite in un percorso formativo e tutoring per aiutare i “portatori di idee” a scrivere il business plan. È quella che viene chiamata fase di pre-incubazione.

Per loro ci sarà tempo fino al 19 luglio per mettere a punto il documento strategico, per aggiudicarsi 3 premi in denaro, 6 premi speciali e la partecipazione al Premio Nazionale per l’innovazione 2013. È la Champions League dei progetti d’impresa innovativi promossa da PNICube, associazione degli incubatori delle business plan competition a cui aderiscono 15 start cup regionali, 43 università, 9 centri del CNR. Nel 2013, la PNI si terrà a Genova, a novembre, nell’ambito del Festival della Scienza.

Il “cronometrista” tiene i tempi delle presentazioni, 5 minuti a testa senza eccezioni, che i team di progetto sono invitati a fare alla sala. La concisione e l’efficacia sono una delle competenze che si formano nel periodo di pre-incubazione, per abituare gli startupper al linguaggio del mondo dell’impresa a cui dovranno sapersi rivolgere.

Le idee di impresa si muovono in settori diversi: dall’agroalimentare all’ICT, dalla chimica all’innovazione sociale. I team sono compositi e in qualche modo riflettono quanto sia cambiato il mondo delle start up italiane da quando I3P è nato nel 1999, primo incubatore universitario italiano, oggi fra i maggiori in Europa. Fare impresa, allora, veniva considerata una scelta residuale, mentre oggi mettersi  in proprio è parte di una cultura generale a cui fanno riferimento larghi settori sociali già durante gli anni dell’università. A diversi stadi la costruzione delle idee, fra chi si trova proprio all’inizio del percorso e chi ha già fatto le prime sperimentazioni, costruendo un prototipo, un primo nucleo di mercato, una strategia chiara di sviluppo. Fra chi ha già le competenze necessarie nel team e chi ha bisogno di strutturarsi meglio, di comprendere a fondo i proprio bisogni.

Quattro idee hanno colpito la nostra fantasia, e torneremo a parlarne nelle prossime settimane, sentendo gli imprenditori.

Ecolumiere. Progettazione e produzione di lampade a LED intelligenti, in grado di rimpiazzare le fonti di luce esistenti senza modificare l’impianto pre-esistente. Con funzionalità avanzate per il contenimento del consumo energetico, come il controllo automatico della luminosità, la rilevazione di persone all’interno degli ambienti, la creazione di una rete interconnessa fra le lampade, l’implementazione di funzioni domotiche – tutto per ridurre al massimo i consumi.

G.Eco. Recupero di materiali di scarto e rifiuti provenienti da inceneritori e centrali a biomasse, trattarli con un processo di vetrificazione e sviluppare soluzioni innovative per l’isolamento termico degli edifici. Evitando lo smaltimento in discarica di questo tipo di materiali apparentemente non recuperabili.

Saf&Co. Un metodo per realizzare la gestione unitaria di proprietà terriere, private e pubbliche, troppo parcellizzate, attraverso la creazione di una cooperativa di comunità. Il modello gestionale proposto permetterebbe invece di massimizzare la produttività economica e la stabilità ecologica di un territorio.

Tactee. Progettazione, produzione e commercializzazione di soluzioni per chi ha difficoltà di presa degli oggetti dovuto a diverse patologie. Il progetto riguarda il design di oggetti di uso quotidiano, modificandone forma e funzione per svolgere in modo indipendente le azioni quotidiane – lavarsi i denti, usare le posate – che danno il segno alla propria qualità di vita.