Abbiamo ormai dimenticato l’abitudine dei nostri bisnonni nel fare le cose “su misura”, esattamente come piacciono a noi, come le abbiamo immaginate e come le vogliamo. Il vestito dal sarto è lasciato alle occasioni speciali e più meritevoli, così come anche i mobili su misura per la casa e tanti altri oggetti.

I modelli di business degli ultimi decenni hanno segnato uno shift dall’estrema personalizzazione dei prodotti e servizi alla produzione e al consumo di massa. L’arte della personalizzazione ha lasciato spazio all’opportunità di customizzare l’offerta, alla scelta tra limitati modelli predefiniti pensati per classi di consumatori/utenti piuttosto che per il singolo individuo. La customizzazione ci ha lasciato la discreta possibilità di trovare il prodotto/servizio più vicino ai nostri desiderata, dovendo però rinunciare ad una fetta, seppur piccola, di quel “su misura” che ci fa dire che qualcosa è fatto assolutamente per noi.

Ma la crisi e il fermento di questi ultimi anni ha fatto si che si stia invertendo la rotta. La sensibilità crescente al tema dell’innovazione sociale riaccende un’attenzione nuova attorno ai bisogni emergenti e insoddisfatti della collettività. Il singolo torna al centro del modello di business delle imprese e l’offerta torna a lavorare su prodotti e servizi pensati in esclusiva per ogni individuo. Le stampanti 3D sembrano incoraggiare tale tendenza, grazie alla progettazione personalizzata in cui ciascuno può pensare e produrre esattamente quello che ha in testa, su misura per sé.

Anche la sensoristica e gli smartphone si classificano tra quelle tecnologie abilitanti che incoraggiano il ritorno alla personalizzazione di prodotti e servizi e la messa a punto di soluzioni innovative in grado di migliorare la qualità della vita del singolo. E’ il caso di UP, un braccialetto colorato in gomma in grado di rilevare i nostri parametri vitali, giorno e notte, restituendoci servizi personalizzati in base allo stile di vita e alle nostre esigenze. Ne è un esempio la sveglia: UP rileva i parametri del nostro ciclo di sonno e della giornata appena trascorsa, che può essere stata più o meno frenetica. Monitora i passaggi tra le varie fasi del sonno, e in base a questi dati, connesso al nostro smartphone, decide se anticipare o posticipare la nostra sveglia di pochi minuti, in coincidenza con una fase di sonno leggero, rendendo il risveglio meno traumatico e migliorando la qualità del sonno. Oppure Waze, l’applicazione che ci indica la strada più breve per raggiungere la meta, considerando non solo il traffico, ma anche i percorsi che quotidianamente effettuaiamo, il nostro stile di guida, la velocità media che cambia in base alle condizioni climatiche. Un servizio unico, personalizzato per ciascun utente in base alle proprie esigenze e caratteristiche di guida.

Sono solo due esempi di un fenomeno sempre più in crescita e, forse si, di nuovo, ora possiamo tornare a dire che quel prodotto/servizio calza davvero a pennello per noi e per nessun altro.