Lo scorso dicembre siamo stati invitati con l’esperienza di Torino Social Innovation al meeting internazionale di Berlino “Added value in improving employment opportunities through innovative and cooperative structures in Europe”. In quell’occasione abbiamo conosciuto il progetto Energie Alternative, una BEC (ovvero “Cooperativa per il business e l’occupazione”) con sede a Marsiglia, che propone un particolare modello che allarga le tutele sociali del lavoro dipendente a chi si assume il rischio di fare impresa.

L’iniziativa si rivolge prevalentemente a coloro che vogliono avviare un’impresa, contribuendo con la loro attività a migliorare la qualità della vita della comunità locale. Energie Alternative non offre solo supporto tecnico e professionale attraverso partnership con professionisti e consulenti, ma anche l’estensione di alcune garanzie e tutele tipiche del lavoro dipendente agli aspiranti imprenditori, che vengono giuridicamente inquadrati come lavoratori della Cooperativa, mentre dal punto di vista economico il loro stipendio rimane legato unicamente alle entrate dell’attività d’impresa.

L’esperienza francese è maturata dalle riflessioni nate intorno allo studio della Caisse des Dépôts et Consignations del 1993, che ha rivelato come in Francia, nonostante l’alto numero di agenzie che offrono supporto per la creazione d’impresa (Camere di commercio e industria, Fondazioni, etc.), molte aziende cessano la loro attività entro i primi tre anni dall’avvio. Questo avviene soprattutto a causa dei limitati flussi di cassa in entrata nel corso dei primi anni di vita dell’impresa e al rischio che l’attività imprenditoriale comporta. D’altro canto, le nuove piccole e medie imprese sono un fattore chiave per la creazione di nuovi posti di lavoro, per la crescita economica e l’inserimento sociale. Da qui l’idea di Energie Alternative, che supporta gli aspiranti imprenditori nella creazione di un posto di lavoro per sé stessi e per gli altri.

Per saperne di più abbiamo intervistato Caroline Mackenzie di Energie Alternative.

Com’è nata l’idea di Energie Alternative?
Negli anni novanta la maggior parte delle piccole imprese francesi non era in grado di sopravvivere per più di due anni; la disoccupazione, in particolare a Marsiglia, aveva raggiunto picchi considerevoli. In questo contesto Nabil M’Rad e Marie-Ange Favre decisero di fondare una cooperativa e trovarono un modo per aiutare le persone a lanciare il proprio business, supportandoli soprattutto negli aspetti amministrativi e manageriali.

Come riuscite ad attrarre i futuri imprenditori?
Molti arrivano da noi tramite contatti personali o tramite le Agenzie per il Lavoro. Organizziamo dei meeting in cui illustriamo i nostri principi e il nostro metodo di lavoro, e se sono interessati li sottoponiamo ad un’intervista personale in cui discutiamo nel dettaglio i loro piani. Ai futuri imprenditori che dimostrano di avere una chiara idea di come sviluppare il loro business, offriamo tre mesi (estensibili a sei) per sviluppare la strategia di marketing e per frequentare corsi di formazione. In questo periodo non ricevono alcun salario, la relazione con noi cambia quando trovano un cliente per il proprio business: a questo punto l’imprenditore firma un contratto di lavoro e diventa nostro dipendente, riceve uno stipendio, l’assicurazione e le tutele sociali (salute, disoccupazione, pensione) e si impegna a rispettare le regole del fare impresa (pagare le tasse, i contributi, etc). Il salario dell’imprenditore è pagato dall’imprenditore stesso con il suo business, quindi è legato a quanto effettivamente incassa e guadagna dai propri clienti.

Puoi farci un esempio, per capire meglio?
Ogni imprenditore ha un suo conto, separato dagli altri e da quello di Energie Alternative. Ipotizziamo che un imprenditore guadagni 1000€ in un mese. Energie Alternative trattiene 200€ per i contributi sociali, 100€ (il 10%) come propria commissione per la gestione amministrativa a favore dell’impresa, altri 50/100€ per spese varie dell’impresa. Il rimanente viene erogato come stipendio all’imprenditore, quindi solo il 10% del guadagno contribuisce al business di Energie Alternative.

Quali sono i risultati della vostra iniziativa?
85 imprenditori-dipendenti hanno fin qui aderito a Energie Alternative, l’organizzazione oggi conta 6 sedi in Francia e su una rete di 15 partners. In Francia esistono circa 90 BEC ed Energie Alternative è una delle più grandi. Il modello si sta sviluppando anche in altri paesi europei, per contribuire alla sua diffusione facciamo parte del progetto europeo Leonardo insieme a Pfefferwerk Foundation (Berlino), Ecos-Med (Messina), Affabulazione (Roma), ACTO (Lisbona), Business Innovation Brokers (Regione Basca), Convoy (Uvea), Après-GE (Ginevra). Stiamo infine sviluppando progetti simili in Marocco e Tunisia.